martedì 20 dicembre 2011

Una politica urbana tutta in 25 nuovi alloggi

I tempi lunghissimi della riqualificazione a Napoli sono diventati talmente lunghi che si sono quasi persi nel tempo. Sembra un gioco di parole ma è la semplice verità.
Chi si ricorda più dei Programmi di Riqualificazione Urbana che nel 1997  promettevano un miglioramento  significativo delle condizioni delle periferie  napoletane quale mai era avvenuto dopo il terremoto del 1980 ?
Ponticelli, Soccavo, Poggioreale erano i fiori all’occhiello di una pianificazione napoletana, inserita nel PRG, che guardava alla città pubblica come ad una risorsa che meritava di essere riqualificata: i quartieri del Novecento infatti erano e sono in tutta Europa un grande sfida alla innovazione e contemporaneamente alla conservazione di quegli interventi di qualità, razionalisti, organici,  funzionalisti e  anche megastrutturali, che lo hanno caratterizzato.
Su quest’argomento, in un recentissimo convegno (“Riqualificare i quartieri del Novecento”, Palazzo Reale, a cura di Paola Ascione, docente della Facoltà di Architettura) si sono visti interventi di riqualificazione residenziale su edifici degli anni sessanta e settanta che hanno quasi dell’incredibile. Esempi svizzeri di un’accuratezza esecutiva frutto di una sapienza dei progettisti fuori dall’ordinario e , incredibile, un concreto  esempio italiano veramente inaspettato in questo paese  che ha smarrito il bene pubblico:  la riqualificazione, con abitanti in loco, delle “Navi” a Firenze ,  edifici assai simili alle nostre Vele, che sarebbe  utilissimo  portare a conoscenza  della città e della nostra Amministrazione.
Purtroppo noi non abbiamo esempi concreti da mostrare e da paragonare: le passate due amministrazioni comunali (Bassolino e Iervolino) non hanno prodotto risultati concreti in questo senso e, fino ad oggi, anche l’attuale Amministrazione non ha mostrato interesse fattivo alla riqualificazione delle periferie.
Non si sta dicendo che non si è fatto nulla a Napoli, finanziamenti, progetti, aggiornamenti, variazioni, concorsi, valutazioni, hanno occupato quasi vent’anni di attività che però non ha prodotto risultati per la gente.  Ed è evidente che qualcosa è andato storto e dovrebbe essere ricalibrato: forse i programmi non erano operativi, la capacità di gestione comunale non sufficiente, i finanziamenti colpevolmente dispersi in molti rivoli, il PRG non adeguato.  Qualunque sia la spiegazione dei mancati risultati, la nuova Amministrazione deve mostrare di saper gestire questo carico.  Se  vuole “attuare il PRG”, come essa sembra  sostenere, deve trovare  rapidamente il “come” superare gli intoppi ventennali e procedere alle riqualificazioni programmate che non chiedono nuovi investimenti.
Ma oltre al Comune  anche lo IACP si occupa di riqualificare il suo immenso patrimonio. Purtroppo il centenario e meritorio Istituto per le Case Popolari della provincia di Napoli è scomparso in silenzio, cancellato dalla Regione Campania, e attende ristrutturazioni e compiti che hanno, ahimè, il tempo della politica di palazzo. Si tratta anche qui, tanto per ricordare qualche compito, della riqualificazione del quartiere S.Gaetano, da tempo finanziata e progettata  ma che è ancora tutta , dopo un decennio, sulla carta .
Mentre quindi la riqualificazione può attendere una piccola notizia sulle nuove costruzioni ci fa ben sperare. Il Comune ha prorogato per la seconda volta il bando per la vendita dei suoli a Bagnoli (una prima volta perchè nessuno fu interessato, ora perché  spera in maggiori guadagni dovuti alla pubblicità indotta dalle regate), ed ha inserito nel bando, l’obbligo per chi costruirà uffici, commercio e case, di riservare il 5% della quota di case pubbliche  alle giovani coppie.
In una città che perde ogni anno 7000 residenti di cui la maggior parte giovani,  prevedere per il futuro 25 nuovi alloggi pubblici a Bagnoli è cosa certo positiva ma  talmente piccola che  rimane intatta la colpevole politica urbana in atto da tempo:  una decrescita della città senza riqualificazione e sviluppo interno.
( Repubblica Napoli , 19.10.2011)

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